Maggia – Luce nell'acqua

Fotografie subacquee di Felix Haab

Primavera – autunno 2017.

"Noi eravamo troppo abituati ad aggrapparci mani e piedi alle rocce e alle ginestre, dove c'erano, per permetterci i voli della fantasia; e se alzavamo gli occhi alla cima del Basodino, non era certo per dire che bello, ma per sapere che tempo avrebbe fatto il giorno dopo; noi, che il nostro paese fosse bello, ce l'hanno detto gli altri, venuti qui in vacanza, e di solito rispondevamo che «dal bello non si mangia via niente» (Dal bel u na s'mangia vèe nuta)". Plinio Martini, "Delle streghe e d'altro", Armando Dadò editore, 1981, p. 82

"Che il nostro paese fosse bello, ce l'hanno detto gli altri", diceva Plinio Martini. Ed ecco che gli scatti subacquei del fotografo Felix Haab mostrano a chi li guarda una dimensione del fiume Maggia del tutto nuova e particolare.

Siamo abituati a vedere lo scorrere tranquillo dell'acqua magari in modo un po' distratto, oppure a rimanere colpiti dalla sua violenza, dalla sua potenza e dal rumore assordante dei momenti di piena.
Le fotografie di Felix Haab ci inducono invece a soffermarci a guardare il fiume con più attenzione, perché ci mostrano un mondo nascosto che esiste da millenni e che nei millenni si è formato, ma che notiamo raramente e che apprezziamo poco.

I giochi di luce colpiscono l'occhio dell'osservatore e lo sorprendono, obbligandolo a una lettura dell'immagine più attenta e ad un'interpretazione: allora le rocce possono assumere sembianza di animali o addirittura di sentimenti. Si percepiscono e si immaginano i suoni dell'acqua, dal gorgoglio superficiale al silenzio della profonidità.
Guardando questi scatti si ha la sensazione di percepire una dimensione diversa; con un tempo ed uno spazio diversi che trasmettono calma, tranquillità, silenzio e inducono ad una riflessione sulla bellezza del paesaggio che ci circonda.

Un'esposizione da guardare, ma forse anche da ascoltare.